09 Giu Archeologia Industriale e Arte.
Dal progetto “Cultura Industriale e Arte” con Yeseya, nasce un racconto in tre tappe sull’Archeologia Industriale di Berlino che rappresenta per me, l’occasione per raccontare il mio personale approccio alla ricerca in questo ambito.
Archeologia industriale, arte e
birra: Pfefferberg, a Berlino Prenzlauer Berg.
di Carlotta Comparenti
“Un giorno di ormai diversi anni fa mi è capitato di scoprire e passeggiare i resti di un vecchio impianto ferroviario in disuso. Sono rimasta affascinata dai binari arrugginiti che finivano nel nulla e dalla decadenza delle strutture abbandonate. Rapita dalla storia di questo luogo, ne ho fatto un lavoro di ricerca e di esame: nasce così la mia passione per l’archeologia industriale. Mi interessa soffermarmi a studiare cosa questi vecchi impianti producevano e cosa rappresentavano a livello sociale, spingendomi fino a immaginare e ricostruire la vita degli operari in una Europa di fine ‘800».
Mentre Zuleika Munizza racconta di se, tutto intorno è cambiato il paesaggio. Infatti basta spostarsi dal quartiere di Marzahn a Prenzlauer Berg, una manciata di stazioni più a sud, perché Berlino sembri un’altra città. Dalle tinte grigiocemento e un po’ desolanti di Marzahn a un’area curata e luccicante, residenziale, dove negli ultimi anni si sono concentrate le mire di tanti imprenditori locali e non che hanno reso Prenzy – come vuole l’abbreviazione del luogo – uno dei quartieri più raffinati e ambiti dai residenti di Berlino.
È questo il posto più adatto per parlare… di birra. Perché a Prenzlauer Berg, da sempre, se ne produce moltissima. Le ragioni sono strettamente morfologiche: si tratta di uno di quei pochissimi quartieri di Berlino in cui il terreno presenta un’inclinazione naturale che tempo addietro veniva sfruttata dai produttori di birra per ricavarvi delle cantine sotterrane dove la temperatura e l’umidità bastavano a tenere in fresco il malto quando ancora non c’erano vere e proprie macchine refrigeranti. Quelle stesse cantine, caratteristicamente ampie e con una struttura ad arco che le rende ancora più suggestive, durante la guerra erano state bunker per i civili.
“A Berlino sono moltissimi gli spunti che offre l’archeologia industriale. L’eterogeneità degli impianti dismessi, che conservano la memoria storica di una fase di sviluppo importante per la città, permette di studiare e riscontrare possibilità di riuso estremamente interessanti. Da questo punto di vista, è enorme il potenziale che la città ha offerto dopo la caduta del Muro: molti spazi sono stati riqualificati acquisendo usi e funzioni diverse. Quello che Berlino Explorer documenta sono i progetti, riusciti o naufragati, che si realizzano all’interno di queste strutture affascinanti”.
Al numero 176 della nota via Schönhauser Allee, alle spalle di Alexanderplatz, Berlino Explorer ci guida alla scoperta del Pfefferberg. Fra gli ambienti di quello che a metà Ottocento era un complesso industriale legato alla produzione dell’omonima birra artigianale – la Pfeffer, dal nome del suo fondatore Joseph Pfeffer – , oggi sorgono una serie di strutture e servizi per arricchire l’offerta del quartiere e impreziosirlo: un ostello, un piccolo biergarten dove si produce ancora la birra locale e un centro per l’arte contemporanea, con galleria e sala espositiva proprio dove un tempo vi erano le cantine-bunker.
Quest’ultimo intervento porta la firma di un artista ben noto a livello internazionale, il danese Olafur Eliasson, che ha investito su un intero edificio installandovi la sua residenza personale e un’accademia d’arte privata dove un numero ristrettissimo di giovani artisti viene ospitato a seguire percorsi di alta formazione con delle borse di studio. Un intervento privato dalle buone intenzioni, insomma. E solo una delle storie d’arte che si incontrano lungo le innumerevoli piste dell’esplorazione urbana a Berlino Est.
“L’esplorazione urbana consiste, per me, nell’approfondire la storia di un luogo attraverso la sua architettura e la lettura delle stratificazioni che il tempo “supera” lasciandone tracce spesso visibili. Da qui l’idea di condividere le mie scoperte attraverso percorsi studiati ad hoc, realtà poco note di Berlino per raccontare come progetti artistici, culturali o commerciali trasformino vecchi spazi industriali valorizzandone l’aspetto estetico e architettonico, e come questi processi diventino spinte al cambiamento per tutto un quartiere di cui fanno parte“.
Dopo aver passeggiato insieme a Berlino Explorer fra gli ambienti suggestivi dei BLO Ateliers di Lichtenberg e quelli dell’Alte Boerse di Marzahn, con il Pfefferberg di Prenzlauer Berg si conclude la terza pagina di questo breve racconto sull’arte industriale.
Intanto ha smesso di piovere, adesso batte un sole che non riscalda e l’aria è fresca e ferma. Sarebbe un peccato non salutarci con una birretta!
Testo di Carlotta Comparetti per il Blog YESEYA
Fotografia a cura di Matteo Avanzi
Itinerario IndustrieKunstour per info z.munizza@berlino-explorer.com
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