11 Set Gli Ultimi giorni del Tacheles
“Berlino, la parvenu delle metropoli”
L’editore Maximilian Harden nel 1895, conia per Berlino il termine Parvenupolis, che l’imprenditore Walther Rathenau, dal febbraio 1922 Ministro degli Esteri della repubblica di Weimar, cita nel 1899. Descrizione sintetica che credo calzi a pennello ancora oggi.
Parvenu dal francese: parvenir “ottenere qualcosa” ‹parvënü′› s. m., fr. [part. pass. di parvenir «pervenire, arrivare»]. – Persona che si è elevata rapidamente a una condizione economica e sociale superiore, senza avere tuttavia acquistato le maniere, lo stile, la cultura che converrebbe al nuovo stato. Fonte Treccani
“Una città condannata per sempre a diventare mai ad essere” la descrive qualche anno dopo Karl Scheffler
Definizione che traina la mia insaziabile smania di capire e raccontare, le dinamiche che dietro insistono alle trasformazioni, rapide o meno che siano. L’interpretazione di inizio ‘900 di Scheffler, rappresenta inoltre il motivo per il quale condivido un progetto di 10 anni fa, forse sarebbe meglio dire una battaglia persa, personale punto di vista.
Tutto parte dalla mente sempre creativa di Monica Manganelli, evocativa e delicata scenografa, rapita da Berlino mentre collabora a Cloud Atlas (Lana e Andy Wachowski) che sottopone alla mia attenzione il documentario The Last Days of Tacheles, del regista e produttore Stefano Casertano. Inizia una proficua collaborazione che ci porta a presentare il documentario nella Casa del Cinema di Roma, e ad aprire riflessioni su Berlino e i suoi cambiamenti, in una città che la parola cambiamento poco la digerisce.
Ne scaturisce un confronto pubblico con attori della scena culturale romana davvero stimolante.
Premessa doverosa, al di là dei fisiologici cambiamenti che una metropoli subisce (il verbo non è scelto a caso) a spingere il meccanismo, è chiaramente il mercato, declinato in tutte le sue sfaccettature. Niente di nuovo.
Storico progetto culturale, simbolo della scena artistica indipendente berlinese post caduta del Muro, nonostante la sua chiusura definitiva nel settembre 2012, dopo ben 22 anni di attività continua a suscitare sempre grande interesse.
Rappresenta l’immagine della Berlino anni ‘90, dove tutto è – era possibile, dove i creativi di tutto il mondo trovano spazio espressivo. La visione dell’arte in tutte le sue forme, e senza più censure insita nel nome scelto.
Tacheles, dall’yddisch: parlare chiaro e in modo schietto.
Dall’articolo del blog della scenografa Monica Manganelli, nel quale presenta il documentario del regista e produttore Stefano Casertano: The Last Days of Tacheles, parte lo spunto per organizzarne la presentazione a Roma. L’accurato lavoro di Casertano permette di aprire un’ampia riflessione sulle tematiche legate alla scena artistica indipendente di Berlino dopo la Wende (La Svolta-9 novembre ‘89) e ai suoi cambiamenti nel corso degli anni.
Le dinamiche, i modelli e le buone pratiche, o meno aggiungo io, come si usano definire tra gli addetti ai lavori i processi dai quali si può leggere il primo importante decennio berlinese, che influenza la scena culturale europea ed internazionale, sono gli spunti del dibattito aperto.
Il progetto di ricerca Berlino Explorer, nato nel 2010 con l’intento di analizzare e condividere i differenti aspetti che caratterizzano le metropoli, prende parte all’evento apportando il professionale contributo, in merito a temi legati al cambiamento e alla trasformazione urbana di Berlino che, come nel caso del Tacheles, rappresentano modifiche profonde dell’atmosfera e del vivere di un intero quartiere.
Qui il nuovo progetto del nuovo quartiere Am Tacheles sul quale mi dilungherò in separata sede.
Lo sviluppo urbano e la ricostruzione di una città storicamente e fisicamente ferita, non può essere arrestata, su questo immagino conveniamo, ma a quale prezzo? Come gli ospiti della più conosciuta Kunsthaus (Casa d’Arte) di Berlino vivono gli ultimi giorni di assedio da parte delle forze dell’ordine?
Queste solo alcune delle domande che noi per primi ci siamo posti, e dalle quali nasce l’esigenza di raccontarvi come oggi (nel 2014 ndr) il Tacheles sia diventato il simbolo di una città che non esiste più.
Lo stimolante dibattito scaturito, fatto di paragoni con la realtà italiana ed europea, si svolge non senza un briciolo di nostalgia per la scena culturale indipendente degli anni ’90, devo ammetterlo.
Mi spiace non si usasse registrare questi incontri 10 anni fa, mi sarebbe piaciuto riascoltare gli scambi avuti con il pubblico.
Grazie come sempre al vulcano di idee, nonché cara amica, che è Monica e a chi ha sostenuto e preso parte all’evento.
Grazie a S. Casertano per aver seguito le vicende degli artisti e delle artiste che avevano le officine nel cortile del Tacheles, e di aver saldato nella memoria attraverso il suo lavoro di documentazione Gli ultimi giorni del Tacheles
Qui il Trailer del Docu Film The Last Days of Tacheles – Trailer
Nota a Margine: nel documentario compare un altro caro amico Claudio Greco, scultore e artista con il quale abbiamo sviluppato diversi progetti e studiovisit nell’ officina d’arte a Marzhan, dove con Kerta trovano rifugio dopo la chiusura del Tacheles.
Colgo l’occasione per ringraziarli anche di aver ospitato Berlino Reloaded. Storie di trasformazione urbana.
Viaggio reportage della giornalista filmmaker Giulia Di Stefano nella metropoli che ha saputo reinventarsi e rinascere dal suo passato, realizzato nel 2016 e pubblicato su Dove Viaggi, Corriere della Sera.
Foto copertina: Stefano Corso carissimo amico e collaboratore che come sempre ringrazio
Foto centrale: ZM Tacheles Eugenio Rivas e Arancia Ruiz con i quali ho sviluppato progetti d’arte a Monaco
Grafica locandina evento casa del Cinema Roma: Monica Manganelli
Ricerche a cura di: Z. Munizza aka Berlino Explorer
Tour dal vivo e virtuali di Berlino in italiano. Info: berlinoexplorer@gmail.com
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