11 Feb Nuove proposte per la piscina di Steglitz.
Sparsi per Berlino esistono gioielli di architettura pubblica Jugendstil che è possibile ammirare rilassandosi. In barba alle moderne Spa, nuotare in una struttura finemente decorata ha tutto un altro sapore. Letteralmente, un tuffo nel passato!
Alla fine dell ‘800 la città è in rapida crescita. Il lungimirante Hoffmann, architetto e commissario all’urbanistica di Berlino, decide di porre rimedio alle pessime condizioni sanitarie con la commissione di mercati coperti e bagni pubblici, Volksbad. Uno per ogni quartiere di Berlino.
Sorvolando le questioni storiche dopo il ’45, e le differenze di gestione delle due Berlino, in quasi tutti i quartieri possiamo ancora godere di queste strutture nella loro funzione originale, con doverosi distinguo caso per caso.
La piscina di Steglitz dal Dicembre 2014 è definitivamente chiusa.
Quando il tribunale distrettuale decide che la proprietaria Gabriele Berger, risulta inadempiente per non aver riattivato la piscina con la sua funzione originale. La Berger acquisisce la proprietà con un simbolico euro, e con tutta l’intenzione di riportare gli abitanti a nuotare, non riuscendo però a trovare investitori e fondi, trasforma le strutture in un centro culturale per il quartiere.
Una location scenografica per pieces teatrali indipendenti, con un piccolo ristorante-caffetteria, diventano il suo regno ed un riferimento per Steglitz.
L’idillio dura fino a quando la BIM, Berliner Immobilien Management, ne riacquisisce la proprietà, poichè l’impianto non è di fatto riattivato come piscina.
Arriviamo ad oggi. La BIM è alla ricerca di un nuovo investitore, decide però che ci vogliono nuove idee e proposte per il riuso, perché ripristinare solo la piscina pubblica non sarebbe redditizio. (Ah, ecco.) Attiva quindi, una collaborazione con l’Università Beuth.
Sotto la direzione di Mara Pinardi, professoressa per la conservazione dei monumenti e la costruzione di edifici esistenti, gli studenti di architettura sviluppano nuovi concetti per la Stadtbad Steglitz.
Una gioia per professori e studenti, avere uno spazio di questo tipo sul quale poter lavorare anche solo a livello progettuale. E`così che si sbizzarrisce la creatività di ben 17 gruppi di lavoro.
Si va dalla sala espositiva, dove gli oggetti d’arte galleggiano su pavimenti in vetro, permettendo di vedere le piastrelle turchesi della piscina, ad un centro per il tempo libero ed eventi all’interno della cupola; fino al progetto di un labirinto, con club annesso nella sala caldaie (ricorda qualcosa, tipo a Wedding?)
Gli studenti hanno potuto dare sfogo all’immaginazione creativa, non avendo praticamente restrizioni, se non la fattibilità e la compatibilità economica con la protezione dei monumenti.
Centro culturale, biblioteca, scuola di musica, casa d’arte, centro per eventi e congressi, e ancora co-working con spa, questi sono solo alcune delle idee presentate.
Bello tutto, dall’idea alle proposte. Un dubbio però si insinua, e non posso fare a meno di storcere il naso leggendo gli articoli a riguardo. Come è possibile, mi chiedo, che la BIM, società che gestisce il patrimonio immobiliare di Berlino, non riesca a trovare i fondi necessari per riattivare una piscina comunale? Motivo per il quale, tra l’altro, vanifica lo sforzo di trasformarla in un centro culturale, di un privato cittadino?
La differenza tra la riattivazione della piscina di Prenzlauer Berg, qui potete leggere come accedervi, e lo stallo dei progetti dell’impianto di Steglitz e della Hubertusbad a Lichtenberg, sta proprio nella proprietà. Privata per quanto riguarda la prima e statale per le altre due.
Non è una novità, ci mancherebbe, quello che mi fa rabbia è il modus operandi.
Attendiamo idee e proposte dal prossimo investitore, sempre che si trovi.
Ricerche e foto a cura di Z. Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer.
Per informazioni sui tour z.munizza@berlino-explorer.com
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