07 Lug Soggiornare in un’ex campo di prigionia a Rummelsburg!
Si chiama Das anderes Haus, l’hotel che propone simpaticamente camere in affitto silenziose e dove poter godere appieno dei momenti di relax all’interno di quella che era la “Casa VIII” ovvero l’infermeria del campo di prigionia nella baia di Rummelsburg.
Al di là delle provocazioni e dei commenti personali che in questa sede verranno evitati, di seguito la storia e le storie che in quest’area, ora completamente riqualificata e conosciuta come Berlin Campus, si sono sovrapposte e delle quali spesso ci si dimentica.
La storia di Rummelsburg Bucht.
Lungo la riva nord-orientale di Rummelsburg, con l’entrata in vigore della legge prussiana sull’istruzione obbligatoria nel 1878, viene costruita nel parco del vicino orfanotrofio “Friedrichs Waisenhaus” la casa lavoro (Städtische Arbeitshaus) una delle più moderne e ampie strutture di questo tipo di tutta la Prussia.
La casa di lavoro nata per “ospitare” le classi sociali più basse: mendicanti, vagabondi e prostitute, rappresenta uno strumento di controllo molto forte per lo stato, che mediante la reclusione ed attraverso attività educative informali raggiunge l’obiettivo di instradare i reclusi ad una vita regolare e laboriosa. I detenuti vengono inclusi come forza lavoro supplementare nella produzione e nel lavoro nelle fabbriche prussiane.
In un’ampia area di sette ettari, il commissario all’urbanistica Hermann Blankenstein, sviluppa un vero e proprio centro indipendente, con la sua chiesa, l’infermeria e un impianto per la produzione di pane, oltre agli edifici atti ad ospitare fino a 900 persone tra uomini e donne.
Durante il Nazionalsocialismo, l’impianto per il lavoro forzato comunale conserva la sua funzione, conosciuto come “campo di detenzione e lavori forzati di Berlin-Lichtenberg” all’interno del quale vengono istituiti reparti speciali per omosessuali e soggetti mentalmente deviati. Nel tristemente famoso Giugno del ’38, più di 10.000 persone saranno deportate nei campi di concentramento, a causa del “comportamento anti-asociale” uno dei punti di partenza di questa operazione fu proprio la casa di lavoro di Rummelsburg.
Gravemente danneggiate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, le strutture verranno ricostruite e continueranno ad essere in uso anche dopo la divisione di Berlino come campo di lavoro forzato e prigioni dalla DDR. Si sviluppa, in questi anni, un concetto di educazione collettiva e seguendo il motto “Educazione attraverso il lavoro” i detenuti verranno impiegati nelle officine produttive di proprietà dello Stato che si trovavano intorno all’’area delle prigioni, come la lavanderia industriale REWATEX o la fabbrica di apparati elettrici di Treptow. Centinaia di prigionieri tedeschi dell’ovest verranno condannati a lunghe pene detentive, in attesa di essere riscattati dal governo della Repubblica federale Tedesca.
Alla fine dell’Ottobre del ’90, dopo 3 settimane dal giorno ufficiale della riunificazione della Germania, la prigione chiude per sempre le sue porte, non prima di aver “ospitato” Erich Honecker, Segretario generale del Comitato Centrale del SED, detenuto per una notte nell’infermeria.
Le strutture verranno utilizzate solo più tardi come location per le riprese per le scene del film Männerpension nel ’94, una commedia scritta e diretta da Detlev Buck, per poi essere abbandonate definivamente.
E’ solo nel 2007 che la “Wasserstadt GmbH” vende l’area e i sei grandi edifici delle antiche prigioni vengono rimodellati per far spazio a ben 150 appartamenti di alta qualità, che fanno parte del progetto conosciuto come Berlin Campus.
Wir in Rummelsburg è l’associazione che sostiene l’analisi storica, la ricerca e la raccolta di documenti delle diverse epoche di tutta l’area di Rummelsburg, con l’intento di costruire un ponte tra passato e presente. Il centro informazioni (Nachbarschaftzentrum) si trova nell’edificio dell’antico Lazzaretto (Altes Lazarett).
Ricerche e foto a cura di Z. Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer.
Tour dedicato alla Scperta dei quartieri, per info z.munizza@berlino-explorer.com
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